PSICOMOTRICITA' una terapia  fondamentale per lo sviluppo armonico dell'individuo.

PSICOMOTRICITA': una terapia  fondamentale per lo sviluppo armonico dell'individuo.

E' una disciplina sviluppata in Francia da Bernard Aucouturier e Andrè Lapierre per aiutare l'evoluzione e lo sviluppo della personalità intesa come unità di corpo, mente ed emozione, nelle diverse fasi della crescita e della vita.

E' molto importante fin dal primo anno di vita per facilitare nel bambino la conoscenza del proprio corpo e successivamnete della sua identità; ancora più importante risulta essere nel bambino non vedente dove l' attività motoria e relazionale è di per sè più limitata.

La psicomotricità analitico-relazionale, secondo il metodo del linguaggio primario, si basa sul gioco libero senza esercizi prestabiliti, in cui ogni partecipante mette in scena liberamente il proprio bagaglio di significati e scopre la propria via (anche quella del cambiamento) nella relazione con l'altro. Il conduttore considera la propria persona ed il proprio corpo come parte integrante del gioco di relazione e attraverso il gioco stesso sostiene l'evoluzione e la crescita dei partecipanti.

La psicomotricità relazionale utilizza quindi il gioco come una dimensione dove tutto può essere sperimentato senza conseguenze e senza sensi di colpa, utilizza il corpo come luogo fondante di tutte le comunicazioni e anche oggetti speciali, meglio dette Forme, che hanno la capacità di mettere in movimento le immagini antiche che stanno dentro di noi e di restituire il senso del nostro agire.

Le  forme utilizzate negli incontri sono la palla, il cerchio, la corda, il bastone, la forma informe. Il bambino, utilizzando questi oggetti nel gioco, ha la possibilità di scaricare le tensioni interne, di riproporre le proprie emozioni, anche conflittuali, legate alle esperienze della quotidianità e di elaborare nuove strategie per viverle più serenamente. Il bambino in questo modo trova un'occasione per scoprire le proprie capacità creative, sperimentarle e svilupparle in un ambiente favorevole e stimolante. Questo è possibile perché gli oggetti utilizzati negli incontri psicomotori hanno la peculiarità, date le loro caratteristiche specifiche, di permettere al bambino di affrontare gli aspetti della sua crescita: il rapporto con le figure genitoriali, con i coetanei, con le richieste dell'ambiente.

LA FIGURA COMPETENTE  di riferimento è il  "Terapista della Riabilitazione della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva".

La Scuola Speciale per Tecnici Riabilitatori della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva nasce nel 1973, presso l'Istituto di Neuropsichiatria Infantile La Sapienza per volontà di Giovanni Bollea. Nel 1980, in seguito alla revisione degli statuti delle scuole universitarie, la scuola diretta a fini speciali modifica il titolo in scuola per "Terapisti della Riabilitazione della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva". Nel 1993 la scuola, come tutte le altre scuole dirette a fini speciali delle professioni sanitarie, viene convertita in corso di diploma universitario. In seguito alla riforma universitaria, il corso diventa laurea di 1º livello in terapia della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva (TNPEE), appartenente a una delle otto tipologie di corso di laurea della Classe della Riabilitazione delle Lauree delle Professioni Sanitarie.
Vi sono  anche scuole private abilitate  che formano alla professione  di PSICOMOTRICISTA. 

Il terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, si caratterizza per la sua vocazione infantile, ossia per la sua competenza specifica sui bambini, dalla nascita fino ai 7 anni di età (portandolo al massimo ai 18 anni), cui rivolge esclusivamente il suo intervento. Le competenze del TNPEE sono molteplici ed interagenti in maniera complessa, seguendo diverse tappe: la presa di coscienza di sé, la presa di coscienza dell'altro, la presa di coscienza delle regole che definiscono i rapporti interpersonali e, più in generale, del gruppo sociale, il padroneggiamento delle strategie di fronteggiamento delle novità e delle difficoltà, la pianificazione dei propri comportamenti in una prospettiva a breve, medio e lungo termine.

Si tratta di un percorso di crescita complesso e articolato reso possibile, da un lato, dalla progressiva maturazione di strutture neurobiologiche che riescono ad organizzare le esperienze in sistemi di complessità crescente e, dall'altro, dalla progressiva acquisizione delle abilità emergenti dianzi descritte (motorie, prassiche, linguistiche e sociali), consapevoli che nelle situazioni in cui si verifica la mancata emergenza di un'abilità, il bambino viene a perdere uno strumento necessario per la sua crescita psicologica.

gloria savigni