Nasce Beltmap, il Google Maps per ciechi e ipovedenti

Nasce Beltmap, il Google Maps per ciechi e ipovedenti

TORINO. All’età di 4 anni aveva chiesto a mamma e papà un biglietto da visita per quando sarebbe diventato grande. «Lo voglio così: Francesco Volpi “inventore”». Perché Francesco, già all’epoca, aveva le idee molto chiare.
Oggi ha 33 anni, è diventato un ingegnere elettronico e lavora in aizoOn, l’azienda di innovazione tecnologica nata e cresciuta a Torino con sedi in tutto il mondo. Francesco ha inventato Beltmap, un nuovo sistema di orientamento per le persone non vendenti e ipovedenti. È composto da una cintura dedicata e da una app per cellulare smartphone che, attraverso vibrazioni, consente di orientarli in qualsiasi luogo del mondo, ma lo fa mantenendo libere le mani e l’udito, il senso principale delle persone non vedenti.

Beltmap è anche il nome della start up di cui Francesco fa parte insieme ad altri colleghi, come Paolo Ferrazza, ingegnere elettronico, il torinese Simone Gelato, ingegnere gestionale conosciuto nel 2011 al Silicon Valley Study Tour, l’iniziativa promossa dall’ingegnere Paolo Marenco, e poi Giorgia Delogu e Antonella Rubicco. Un gruppo di “cervelli” affiatati che in questo progetto stanno mettendo anima, cuore e sapere intellettuale.

Il progetto Beltmap è alla fine della fase di industrializzazione e potrebbe entrare nel mercato il prossimo anno. «Questo è il nostro obiettivo». È stato apprezzato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Torino, dall’Istituto Ciechi di Milano e dall’Istituto Chiassone di Genova. «È utilissimo, ci serve. Prima lo fate uscire, meglio è» hanno esortato le associazioni di categoria.

Beltmap verrà presentato dai Lions Club San Mauro, presieduto da Claudio Implicito, questa sera, al Circolo della stampa di Torino, di corso Stati Uniti 27. «Crediamo fortemente nel progetto che avrà importanti sviluppi in futuro» dice orgoglioso il Presidente.

Il Google Maps per le persone non vedenti e ipovedenti del 2020.

Beltmap è il Google Maps per le persone non vedenti e ipovedenti: come un normale navigatore Gps permette ai vedenti di orientarsi utilizzando segnali audio-video, Beltmap consente alle persone non vedenti e ipovedenti di raggiungere esattamente lo stesso obiettivo, ma attraverso il solo uso di vibrazioni.

L’idea è nata 8 anni fa, quando Francesco si è fermato ad osservare una persona non vedente. «Ma come fa a orientarsi usando solamente il bastone bianco? Da quel momento, l’idea di dedicarmi solo qualche ora al giorno alla risoluzione del quesito, è diventato per me un vero motivo di ricerca. Un hobby è diventato un progetto fantastico!». Una missione sociale a tutti gli effetti.

«Le persone non vedenti per orientarsi hanno a disposizione strumenti come il bastone bianco per evitare gli ostacoli, ma non hanno purtroppo una valida soluzione per capire quale direzione intraprendere, e navigatori audio e cani guida, per vari motivi, risolvono il problema solo parzialmente – spiega oggi Francesco Volpi -. Beltmap è una nuova soluzione per l’orientamento che svolge il suo ruolo in modo complementare al bastone bianco o al cane guida, fornendo alla persona un aiuto che renderà il percorso meno stressante e più autonomo. È l’equivalente di un cane guida elettronico e invisibile, in grado di condurre il proprio padrone ovunque desideri. Con ulteriori sviluppi, Beltmap potrebbe essere una prima vera soluzione per le persone sordocieche, al momento purtroppo escluse da tutta una serie di attività che richiedano un certo grado di indipendenza nella deambulazione».

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo esistono 253 milioni di persone aventi handicap di tipo visivo; in particolare 36 milioni sono non vedenti. Beltmap, lo scorso ottobre è stata una delle 14 startup candidate alla Call for impact sul Turismo sostenibile e accessibile e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale che hanno presentato la loro iniziativa alla giuria di Geti it!, la piattaforma della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, in partnership con Cariplo Factory, dedicata a supportare la nascita e crescita di nuove iniziative imprenditoriali a impatto sociale, ambientale o culturale.

di Liliana Carbone