VENI VINI VICI LODE AL LAMBRUSCO

di Paolo Giacomoni

All'origine c'è una sfida: la degustazione di un vino si dovrebbe  avvalere dell'esame visivo, olfattivo e gustativo. Può allora essere realizzata anche da una persona che non vede e a cui, quindi, è interdetto il primo esame?
Una sfida? Ma guarda un po'! Come se noi disabili non fossimo abituati da una vita alle sfide, a volte per virtù, più spesso per necessità!
Però, in fin dei conti, come ha sancito qualcuno di noi in modo lapidario, il vino si beve poi con la bocca e non con gli occhi!
Così, da un lato Mauro Marchesi e l'Univoc di Bologna, e dall'altro Mauro Manfredi dell'A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier) si sono presi l'incarico di imbandire un corso che si è tenuto verso la fine dell'anno scorso presso la  sede della sezione UICI di Bologna.
Ed io ci sono andato, ma mica ero da solo! Con me c'era una schiera di vivaci compagni uniti dal desiderio di mescolare il piacere per il buon vino all'interesse per una degustazione più accurata e consapevole.
L'organizzazione dell'uno dei due Mauri e la competenza e l'entusiasmo  dell'altro ci hanno guidato su questo cammino, fino al raggiungimento di un buon livello d'abilità attraverso momenti teorici e prove pratiche attese sempre con piacere.
Allora la Sfida è stata vinta? 
Beh, non mi considero un sommelier, né voglio diventarlo, però  oggi bevo con un piacere aumentato dalla conoscenza.
Ma non è vino solo quello nel bicchiere: E' vino anche quando si stappa, quando si mesce, persino  quando lo si presenta, e così domenica scorsa 20 ottobre, ci siamo destreggiati tra bottiglie, cavatappi e "frangini" a mescere vini di qualità ai visitatori di Fico. per la manifestazione chiamata "Tramonto divino".
Non dite che stappare e mescere è uno scherzo! Non ditelo se non siete abituati a farlo secondo i meticolosi canoni di un'accurata degustazione! Io li ho imparati due settimane fa nonostante nella vita abbia spesso avuto a che fare con i tappi. E, a dirla, avevo un certo timore ad esibirmi in questa pubblica performance, con la gente che aspetta mentre tu fai i tuoi riti da sacerdote del buon bere, con quelli che hanno la curiosità di vedere se il cieco ce la fa senza versare gocce sulla tovaglia, senza sbagli e in modo disinvolto e magari elegante.
Però l'assistenza e la logistica mi sono sembrate subito confortevoli e mi sono lanciato.
Poi non bastano le azioni: bisogna parlare,  offrire buone indicazioni a corredo degli assaggi, intrattenere con cortesia e simpatica verve! !
Certo, avevamo al fianco gli assidui angeli custodi dell'A.I.S., ma non hanno dovuto correggerci molto: unico loro incarico è stato quello di districarci tra la selva delle etichette, indispensabile finchè non ci saranno, magari, etichette braille.
Purtroppo il sensibile rumore ambientale non ci ha aiutato nel mescere e nei colloqui con le persone, ma abbiamo saputo superare anche questo ostacolo.
un intervistatore ha chiesto con un po' di stupore: i ciechi stappano le bottiglie e versano il vino? Risposta: i ciechi nella vita di ogni giorno hanno sempre stappato le bottiglie, però oggi lo possono fare anche nello stile sommelier.
Così un bel grazie è d'obbligo, sia per l'importante esperienza personale che abbiamo avuto noi corsisti e quasi sommelier, sia per tutti coloro che vorranno incamminarsi su questa strada, fors'anche a livello professionale.
Il grazie va anzitutto a Mauro Marchesi che si è sobbarcato il peso dell'organizzazione, e grazie  anche a Mauro Manfredi, inevitabilmente magister! E grazie ad Adolfo, Davide e Ivan (scelgo l'ordine alfabetico per non fare differenze) che sono stati i nostri solerti  angeli custodi. 
Dunque anche questa è stata una sfida e, tornando nell'autobus che da Fico riporta in città, soddisfatto ho sentito che l'avevo vinta.

LODE AL LAMBRUSCO

    1. Vino di gran virtù, lo riconosco,
come vien di cantina, al buio, al fresco, 
così lo stappo, e con cautela mesco: 
signori, grazie a Dio questo è Lambrusco! 
    2. basta un bicchiere e sento che rinasco,
e se ne bevo un altro non mi offusco: 
Ne posso bere un fiasco che non casco:
e vuoi saper perché? Perché è lambrusco! 
    3. Brindarono sia il gallo che l'etrusco, 
lo invidiano l'America e il tedesco, 
fors'anche il bergamasco! e il Chianti, tosco
a noi non fa paura: c'è il Lambrusco! (Non datene a Berlusco!)
    4. Con lo champagne consigliano il mollusco, 
e con la cacciagione il barbaresco, 
ma solo con il lesso, garantisco,
o con il cotechino, c'Ë il Lambrusco.
    5. Volete che la smetta? Beh, ubbidisco: 
depongo la mia penna e riverisco, 
perciò vuoto il bicchiere e mi zittisco: 
Ma sai perché? Finito è già il lambrusco. 
    6. vuol dir che ho esagerato e sono bresco?
provo ad alzarmi ma non ci riesco 
ormai ho bevuto troppo, riconosco, 
ma male non mi fa perché è lambrusco! 
    7. la soluzione che io preferisco,
meno ne ho e più ne acquisisco,
canto fiori di rosa, fior di pesco... 
stasera esco... sì, ma col lambrusco!