Ciechi e canone rai: quando si scrive senza tenere conto delle persone

Qualche giorno fa, attraverso vari canali in rete, abbiamo pubblicato questo articolo legato ad una fantomatica presa di posizione legata al canone RAI in bolletta elettrica e i ciechi.

Sempre in tale articolo, sul cui contenuto molto sui generis non facciamo particolari commenti, viene citata una persona non vedente di Treviso, Elena, che parrebbe, sottolineiamo parrebbe, perfettamente in interazione con il giornalista, ma la realtà si è rivelata essere ben diversa quindi, per onor di cronaca, pubblichiamo molto volentieri la lettera aperta che la signorina Elena, citata nell'articolo di cui sopra, ha inviato alla redazione de "Il Giornale" dove viene smentita ed, anzi, proprio sbugiardata tutta la linea pietistica e patetica che è stata data alle stampe.

Ci pareva corretto rendere edotti i nostri tantissimi lettori su come troppe volte, per amore di un click in più, si scrivono vere e proprie babbenaggini.

Treviso, 25/05/2016

Spett.le redazione,
spett.le sig. Antonio Materi,

mi chiamo Elena Brescacin, sono venuta a conoscenza di un articolo
riguardante il canone rai e i non vedenti.

Desidero, con la presente, chiedere una urgente rettifica di quanto
scritto sul mio conto, affermazioni assolutamente false, poiché sono
io la sig.ra Elena di Treviso.

Desidero pertanto smentire, e smontare, tali false affermazioni, punto
per punto:

***
I ciechi, anche volendo, la tv non possono guardarla. Ma la Rai non
«vede» ragioni, per esentarli dal pagamento del canone. Cento euro in
bolletta, altrimenti ti tagliano la luce. «Che, per noi non vedenti,
non sarebbe neppure questo gran danno - scherza amaramente la signora
Elena di Treviso, che ha in corso con la Rai un antico contenzioso
proprio in tema di esenzione del canone
***

Mai detta una cosa del genere.
Mai detto "se ti tagliano la luce non sarebbe un gran danno", in quanto:

1) io e la redazione de Ilgiornale non siamo mai stati in contatto
diretto; tutte le informazioni pubblicate in tale articolo, sono state
raccolte e copia-incollate da altre testate e blog disponibili in
rete, con notizie presenti da diversi anni. Avete fatto il nome di una
persona (la sottoscritta), città e disabilità, senza verificare se
tali informazioni fossero ancora valide.

2) Sono un tecnico informatico. La tecnologia è il mio lavoro, oltre
che essermi utile nella vita quotidiana in quanto persona non vedente;
"luce" è il termine gergale per indicare corrente elettrica. Per cui,
se io portassi avanti un fantomatico atto di "disobbedienza", "non
pago la bolletta per non pagare il canone", farei come l'atleta che
decidesse di spararsi alle gambe perché il preparatore è troppo
severo. Un gesto masochistico, anzi fortemente stupido, oltre che
inconcludente su tutti i fronti.

3) Non ho alcun "contenzioso da diversi anni" con la rai. Ho
semplicemente più volte chiesto, in un'epoca in cui la tecnologia non
mi veniva incontro (sette anni fa), come mai con la quasi totale
impossibilità di fruire di apparecchi televisivi salvo
accendi-spegni-cambia canale, non ci fosse una riduzione della tassa
sul possesso, anche alla luce del fatto che la tv pubblica non ha un
palinsesto sufficientemente coperto da audiodescrizioni e
sottotitolazioni.

Il vostro articolo continua:

***
"Inutile ribattere che l'«apparecchio televisivo» - per chi è cieco -
non rappresenta un elettrodomestico «fruibile» ma equivale a un
soprammobile privo di funzionalità."
***

Assolutamente falso.
Qui mi sento offesa dalle vostre parole che mi coinvolgono in prima
persona, sia come cieca, sia come tecnico; devo dire di essere rimasta
assolutamente scioccata da queste affermazioni senza alcun fondamento,
attribuite in qualche modo alla mia persona; potrebbe credo anche
figurarsi un reato di diffamazione mezzo stampa.
Dal dire che un apparecchio non sia al 100% fruibile, condizione in
cui erano i televisori fino a pochi anni fa, al dire che il televisore
è un soprammobile privo di funzioni, ce ne passa davvero.
Ma, le menzogne nei miei confronti, continuano:

***
La signora Elena non smette di ripeterlo: «Io ho chiesto da anni alla
Rai che mi vengano a sigillare il televisore, ma loro non si sono
fatti mai vivi. L'unica cosa che ho ottenuto è stata una dichiarazione
in cui mi si dice che posso essere esentata dalla tassa solo se sono
ricoverata permanentemente (e ivi residente) in una casa di riposo o
in una struttura medicalizzata. In quel caso il canone lo paga
l'ospizio, nel caso sia dotato di un'apposita saletta tv...».
***

Assolutamente falso.

1. Non ho mai chiesto di sigillare il televisore. Mai mi sarei sognata
di farlo, non mi è mai interessato non pagare il canone, io ho
semplicemente chiesto se era possibile, data la scarsa fruibilità dei
mezzi televisivi, una riduzione del 50%. E, soprattutto, un
miglioramento dei servizi audiodescritti e sottotitolati, visto che
molti film, fiction e documentari, non sono coperti. Il massimo che
posso aver fatto, è stato fare un commento amaro su una storia di una
cooperativa di disabili a cui è stato chiesto il canone per una
piccola radiolina; all'epoca -2015- dissi: "quando si tratta di
migliorare i servizi o ridurre la tassa ai disabili in nome della
scarsità dei servizi stessi, nessuno si muove. Quando c'è da chieder
soldi, corrono subito".
La frase "i non vedenti piangono", si commenta da sola; io non ho mai
pianto. Semmai, mi faccio domande, cerco di capire la motivazione
quando mi accorgo di qualcosa che non va.

2. la realtà è cambiata.
La tecnologia è venuta incontro alle persone con disabilità visiva,
grazie a numerose modalità di accesso al televisore:
- chiavette collegabili al computer e all'antenna televisiva e
gestibili da computer e/o smartphone
- apparecchi collegabili tra antenna televisiva e router (ovvero
dispositivo che permette l'accesso a internet), per cui tra computer,
tablet e smartphone, si può gestire il digitale terrestre -tra cui i
canali rai- anche in modalità senza fili.
- le ultime tv sul mercato, basate su sistema operativo Android, sono
per la maggior parte equipaggiate con sistemi di accessibilità

qui la registrazione di un mio caro amico che dimostra l'utilizzo di tale
dispositivo:

https://www.nvapple.it/podcast/android-tv-accessibile-con-talkback

Qui invece la spiegazione ufficiale di tutte le funzionalità del
sistema android tv, per i televisori.

https://support.google.com/androidtv/answer/6123320?hl=it

3. il comunicato ultimo dell'agenzia delle entrate, parla molto chiaro:
Computer, tablet e smartphone, non sono di per sè soggetti alla tassa
sul possesso; lo diventano, però, qualora tali dispositivi siano
collegati all'antenna tv classica, per ricevere il segnale dtt.

Pertanto, poiché grazie alle nuove tecnologie, ormai una persona priva
della vista può usufruire al 100% del televisore in vari modi,
chiedere la riduzione del canone sul possesso, non ha assolutamente
più alcun senso. Se una persona non può, o non vuole, per qualsiasi
motivo, uniformarsi alle nuove tecnologie, e si tiene in casa un
televisore non accessibile, la rai non ne può nulla. E lo stato non ne
può nulla, sulle scelte personali del singolo; possiamo dire che la
tassa sul possesso della radio e tv è assurda, anacronistica, possiamo
dire che i contenuti dei canali rai non sono al top, né per vedenti e
udenti né per ciechi e sordi. Possiamo segnalare alla rai di ampliare
il palinsesto audiodescritto e sottotitolato... possiamo autonomamente
decidere anche di non guardare i canali rai; ma se la legge dice di
pagare una tassa solo perché si possiede un apparecchio televisivo,
come non interessa allo stato se sei tecnologicamente "scafato" o
meno, allo stato non interessa che tu quel televisore lo guardi con i
canali rai o di altre reti. Chiediamo diritti, quelli di fruire al
meglio di più contenuti possibili; ma se si vogliono diritti, bisogna
anche compiere i doveri. E la tassa sul possesso, attualmente, fa
parte dei doveri.

La battaglia sull'esenzione, ripeto, non ha più alcun senso, ora
quello che mi limito a chiedere, e non solo alla rai, è una maggior
attenzione a rendere fruibili quanto più possibile, i contenuti ai
disabili sensoriali.
Arrivederci
Elena Brescacin